Nel paese dei mostri selvaggi - Maurice Sendak

Libri per bambini

Nel paese dei mostri selvaggi - Maurice Sendak

Con la nascita di mio figlio, mi avvicinai alla letteratura per bambini. Cominciai così a sfogliare e leggere libri su libri, in libreria e in biblioteca. Iniziai a farmi delle domande e cercai di capire come muovermi tra la vasta offerta del mercato.

Iniziai a comprare libri per mio figlio che aveva pochi mesi. Gliene presi alcuni di quelli cartonati, capii dopo poco che era stato un mezzo errore. Un bambino di quell’età tratterà un libro come un qualsiasi gioco, lo esplorerà con la bocca e lo lancerà in giro per casa.

Aveva davvero pochi mesi  ma capii presto che non era sbagliata l’età, ma l’uso che io ne facevo dello strumento. Penso che libri e neonati siano un connubio spettacolare, se si sa che uso fare del libro.

Capii che il libro non è un semplice oggetto con cui il bambino deve prendere confidenza, ma può essere uno strumento per creare una relazione. Una relazione tra lettore e bimbo.

I bambini conoscono già la nostra voce, l’hanno sentita per nove mesi da dentro l’utero. I neonati alla nascita riconoscono addirittura la voce del padre, o della persona che è stata più vicina alla madre. La pancia non è un’isolante acustico, il feto percepisce i rumori esterni. (Imbasciati).

Si pensa spesso che in utero la vita sia calma è silenziosa. Niente di più sbagliato, il bambino cresce in mezzo ai rumori, il battito del cuore della madre, la voce della madre e i rumori esterni. Il bambino è abituato ad un certo rumore di sottofondo.

Poi nasce, quel rumore forte e costante del cuore non c’è più, il liquido che lo avvolgeva non c’è più. Sentire la voce della madre, essere abbracciato e quindi contemporaneamente essere avvolto e avvicinato al cuore della madre, lo calma.

Ogni mamma ha esperienza di ciò. Ogni mamma sa che parlare al neonato lo rende più calmo. E’ per questo che le mamme fanno la tele cronaca di quello che stanno facendo.

Ciò è molto utile per il bambino. Innanzitutto sentire la voce della madre ripristina in maniera parziale quello stato di “prenascita” e quindi lo tranquillizza, dall’altra parte, così facendo, la mamma spiega al proprio figlio quello che lo circonda e quello che sta succedendo. Dare un nome alle cose è il grande compito della mamma (quella che Bion chiama la “funzione alfa”).

Ma per la mamma, parlare tutto il giorno con un bambino di pochi mesi, può risultare stancante e frustrante. Qui arriva lo strumento libro. Perché il libro racconta una storia, una storia che appaga bimbo e mamma nei loro bisogni. Ci sono storie molto belle, scritte per i bambini, che insegnano più agli adulti che ai bambini.

Inoltre, quando una mamma legge un libro al suo bambino, si ferma, si siede con lui a leggere. Non sta facendo altro che stare con il suo bambino e questo i bambini lo sanno benissimo. E’ per questo che quando saranno più grandini vorranno letti libri su libri, o sempre lo stesso molte volte. In quest’ottica, la lettura di un libro, è un’ulteriore occasione per creare una relazione significativa.

Ma per fare in modo che il libro diventi un’ottimo strumento, bisogna sceglierlo con cura. Penso che i disegni dei libri debbano essere il più chiari e nitidi possibili. In altre parole si dovrebbe distinguere bene la figura dallo sfondo. Inoltre, la storia deve convincervi. I libri costano, leggeteli prima di acquistarli! Non tutto ciò che è stato “prodotto” per i nostri figli risponde ad un vero bisogno dei nostri figli, a volte risponde solo ad un bisogno di guadagno (lecito) dell’azienda che lo produce.

 

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