Vivere a Cambridge. Sulla gentilezza.

Oggi vorrei scrivervi un post sulla gentilezza. Virtù da praticare tra sconosciuti.

Sono a Cambridge da qualche settimana, tra vestiti da sistemare e novità da affrontare. Quando è possibile, faccio qualche giro in centro per esplorare la città.

Piano piano alcuni volti stanno diventando familiari e sto cominciando a conoscere i vicini di casa e gli altri genitori della scuola.

Qui sono tutti molto gentili con noi e il clima che si respira è quello dell’accoglienza. Se ti fermi per strada a guardare una mappa stradale, qualcuno si fermerà a chiederti se può aiutarti.

Si parla tanto della formalità degli inglesi, di questa gentilezza finta (perché formale e non derivata da un vero interesse), ma vi dirò, non fa schifo per nulla. Che la gente ti sorrida, anche solo per cortesia, è bello. Questo calore l’avevo dimenticato. Questa voglia di fare gruppo, integrarti, coinvolgerti, l’avevo persa nei meandri della memoria.

E così a scuola di mio figlio, alcune mamme si sono avvicinate a noi sin dal primo giorno e, una volta scoperto che siamo italiani, ci hanno presentato altri italiani della scuola. Anche la mia vicina di casa, inglese che parla benissimo italiano, è stata molto gentile come me e si è presentata appena c’è stata l’occasione.

Al supermercato, tanti si fermano a scambiare qualche battuta con Enea. Quando l’hanno visto piangere, nessuno si è rivolto a me con disappunto (come capita spesso in Italia), ma con affetto e comprensione e cercando di distrarre Enea dal suo momento.

Sicuramente non sarà così dovunque e non saranno tutti allo stesso modo ma, se questa è la formalità di cui si parla tanto riferendosi agli inglesi, beh, l’impatto iniziale è piacevole.

Ho tanto da imparare da questa cultura e da questa gente.

Mill Road Cemetery – Cambridge

Era una giornata cupa e piovosa, quale giorno migliore per andare a visitare un cimitero di Cambridge?

Idea pessima, ve lo anticipo subito.

Per raggiungere il centro di Cambridge da casa mia, percorro la strada più multietnica della città: Mill Road. Lungo la strada si incontrano innumerevoli negozi etnici (arabi, italiani, cinesi, magrebini, ecc) e tantissimi ristoranti. Vi sono anche molti charity shop, negozi dell’usato il cui ricavato va in beneficenza. Con poche sterline si possono comprare libri, vestiti, piatti, pezzi di arredamento.

Da Mill Road parte una stradina che porta al Mill Road Cemetery, cimitero fondato nel 1848 e tutt’ora in uso. Mi avevano consigliato di visitarlo perché molto suggestivo, mi hanno raccontato che gli abitanti del posto vanno lì a fare due passi o la pausa pranzo. Infatti il cimitero si trova in pieno centro urbano.

Sono andata la mattina di un giorno feriale, ho incontrato per lo più persone che portavano a spasso i cani e qualcuno che faceva attività fisica.

Da siciliana conosco perfettamente l’abitudine di “passeggiare” al cimitero. Visitare il Cimitero Monumentale di Milano è stato interessante. Nella mia mente, il cimitero è un posto “ordinato”.

Invece qui le tombe sono sparse sul terreno senza un apparente ordine, in piena terra, tra cespugli, alberi e rampicanti.

Un po’ come i cimiteri americani, ma in versione disordinato e casuale. Il paesaggio è suggestivo e un po’ lugubre. La decadenza delle tombe, alcune divelte e provvisorie, mi hanno un po’ fatto impressione (solo un pochino eh!).

Probabilmente lì sotto ci sono ancora dei resti umani anche se alcune sembravano trafugate. (O forse mi sono suggestionata troppo).

Poi di tanto in tanto, vi sono delle panchine per godere della compagnia.

Non vi ho ancora convinto su quanto il posto fosse un po’ inquietante?

Un articolo della BBC parla di tombe scoperchiate dai senza tetto per poter dormire. Mito o realtà? Non lo so, ma l’articolo che ne parla è molto interessante e riesce anche a dare uno spunto di riflessione sulla tolleranza inglese.

La referente del cimitero, afferma infatti che si pensa che il luogo sia usato da senzatetto, drogati e alcolizzati per dormire, ma non si ha prova che siano stati loro a danneggiare alcune tombe. In ogni caso, afferma, il cimitero è aperto al pubblico ogni giorno, anche alle persone meno fortunate.  Alla faccia dei pregiudizi! Grande insegnamento!

Se poi non sapete dove festeggiare il prossimo compleanno del vostro piccolo di casa, potere affittare il cimitero seguendo il link che trovate in questa pagina!

Vivere a Cambridge. Gli inizi, la scuola e la guida

E con solo 6 valigie, un passeggino e un seggiolino auto al seguito, siamo volati fino a Cambridge.

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La prima cosa che ho fatto arrivata a casa? Ho spostato i piatti da un ripiano all’altro. Attività di cui ignoro il motivo dell’urgenza e dell’utilità. Andava fatto. Punto.

Seconda cosa fatta arrivata a Cambridge? Supplicare mio marito d portarmi fuori da quella casa piena di valigie da sistemare e oggetti posati alla rinfusa.

Tutto sommato un buon inizio, poteva andare peggio.

I giorni successivi sono stati caratterizzati da momenti di “Devo sistemare tutto adesso, subito, ora!” a momenti di “Usciamo, vi prego!”. Tra una passeggiata e l’altra è iniziata la ricerca del Sacro Graal, cibo commestibile: non precotto, precondito o premasticato,  che non costi un occhio della testa.

Tipo che qui le schifezze costano niente e te le lanciano dietro, ma se cerchi qualcosa di un po’ più sano che non siano patate, carote e pastinaca…

Forse scriverò un post solo sulle stranezze dei supermercati inglesi, cose che in Italia farebbero accapponare la pelle ma che qui è normale fare/comprare.

Cos’altro abbiamo fatto in questi 3 giorni? Ah! L’iscrizione di Dante a scuola, era già stato assegnato ad un istituto e dovrebbe cominciare settimana prossima, peccato che la scuola si sia persa il suo nominativo!

Grazie burocrazia inglese per farmi sentire in Italia! ❤

Per fortuna tutto risolto, adesso siamo alla ricerca dei pezzi dell’uniforme. Ah! Ma vogliamo parlare un attimo dell’uniforme? Tralasciando il fatto che non abbiamo ancora ben capito quanti capi ha bisogno tra uniforme per ginnastica all’aperto, al chiuso e per le ore scolastiche. Ma la felpa sopra la polo e con i pantaloni “classici”, siamo proprio sicuri?

Ho anche provato a guidare al “contrario” con la macchina “sbagliata”, ve ne parlavo nel post di aggiornamento sullo spostamento a Cambridge. Devo dire che guidando a 30 km/h non ho riscontrato nessun problema. Inoltre, in questo modo, i ciclisti sono sicuramente salvi, qui le piste ciclabili sono spesso su strada. Ovvio, non credo che farò mai nessun sorpasso! 😀

Cambridge: aggiornamento sul trasloco e sul trasferimento

Vi aggiorno velocemente su come procede il nostro spostamento verso il Regno Unito. Vi ho già parlato della ricerca della casa qui.

Sono finalmente arrivate le nostre cose nella nuova casa, dopo circa un mese. Sono più o meno accatastate e piano piano mio marito sta cercando di dare un senso alla casa in attesa del nostro arrivo.

Alla fine abbiamo decido si portare la nostra macchina a Cambridge, in attesa di capire bene cosa fare. La macchina servirà a me per accompagnare i bimbi a scuola in due zone diverse della città. Guiderò al “contrario” con una macchina “sbagliata”. Ne vedremo delle belle!

La notizia quindi, è che abbiamo trovato il nido per Enea e la scuola per Dante. Enea andrà in un nido fuori città, l’unico ad avere posto per lui. Abbiamo avuto modo di visitare il nido. La concezione è un po’ differente da quella italiana. Magari ve ne parlerò più avanti, quando avrò avuto modo di vedere meglio.

Abbiamo trovato una scuola anche per Dante, dopo attimi di panico visto che le scuole vicino casa non avevano posto. Una delle conseguenze dell’iscrizione durante l’anno. Dante andrà al primo anno di primary school, che è chiamato Reception, fino a luglio. Guardo Dante con tenerezza per il carico di lavoro che dovrà affrontare. Aspetto di vedere come si destreggerà tra l’inglese e la scuola.

Io ho messo in pausa il negozio su Etsy, le mie cose sono un po’ sparse di qua e di là. Ho approfittato di questi giorni di pausa per capire meglio cosa voglio fare e come voglio muovermi. Sto anche leggendo alcuni libri di cui vi parlerò più avanti e che mi hanno dato diversi spunti di riflessione.

E quindi, quando partiremo? L’ultimo giorno di aprile saremo lì, volo di sola andata.